
Oggi parliamo di una delle città più belle del mondo,mi sà che vi scoccerò un pochino perchè ho tantissimissime cose da dirvi su NAPOLI,la mia città.
Della storia non voglio parlarvi perchè è enorme e non vorrei scocciarvi in questo modo così esagerato.DAii sono buonaa xD Parliamo invece degli affascinanti monumenti di napoli.
Architetture religiose:
Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana, e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.
Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosità della città, come nel caso dei regnanti Angioini ed Aragonesi; nei secoli successivi la città fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna.Nel XVII secolo a Napoli vi erano un centinaio di conventi e monasteri, mentre circa 500 chiese nel XVIII secolo, tanto che le valse il soprannome di città dalle 500 cupole. In epoca più moderna, il periodo del Risanamento, i terremoti e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di 60 chiese monumentali. Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese, di conventi ed altre strutture di culto. Anche se si considerano solo le chiese storiche, il numero è particolarmente elevato; esse raggiungono infatti le 448 unità.
Molte sono le chiese proibite, dalle porte sbarrate da secoli o abbandonate senza custode ma che spesso contengono anche opere di alto valore artistico (come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Sapienza su Via Costantinopoli che contiene tele di Luca Giordano ed un ricco interno barocco)[31]. Le chiese napoletane sono testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in maniera indiretta, sono legate per lo più le vicende artistiche ed architettoniche della città, nonché i suoi repentini cambiamenti.
Tra le principali architetture religiose della città si ricordano:
la Cattedrale

la Basilica di Santa Chiara

la Chiesa di Santa Maria Incoronata
la Chiesa dei Girolamini

la Chiesa del Gesù Nuovo (o Trinità Maggiore)...
E ora alcune piazze:
Piazza del municipio

Piazza dei martiri:

piazza della vittoria:

piazza plebiscito:

Per finire dei castelli , il palazzo reale e il piatto tradizionale di napoli :
il maschio angioino:

castel dell'ovo

palazzo reale:


La pizza ha tremila anni di storia. Nell’antico Egitto era usanza celebrare il genetliaco del Faraone, mangiando una schiacciata condita con erbe aromatiche. In epoca greca, Erodoto tramanda diverse ricette babilonesi che ci riportano a schiacciate e focacce di vario genere. In epoca romana era uso cucinare focacce di farro, infatti, si pensa che la parola farina derivi da farro mentre la parola pizza derivi da pinsa, participio passato del verbo pinsère che significa schiacciare, macinare. Lo stesso Virgilio narra in alcune sue opere, di alcuni contadini che usavano macinare chicchi di frumento, setacciare la farina ottenuta, impastarla con erbe aromatiche e sale, schiacciarla per renderla sottile e darle la forma rotonda e poi cotta al calore delle ceneri del focolare. Le tracce di questo alimento si ritrovano anche in epoca medioevale e rinascimentale dove si rinvengono variazioni culinarie sul tema, sia per il dolce che salato e differenti metodi di cottura. Quindi, possiamo considerare la pizza come alimento tipico delle culture che si sono affacciate sul bacino Mediterraneo. Ma è in un dedalo di vicoli di Napoli che troverà la sua patria.
Due sono gli ingredienti fondamentali: la mozzarella e il pomodoro.
Il primo fu opera dei longobardi, che in seguito alla caduta dell’impero romano, portarono con sé la bufala che una volta ambientatosi tra il Lazio e la Campania, avrebbe fornito il latte per la fabbricazione della mozzarella.
Il secondo fu importato dal Perù in Europa dai colonizzatori Spagnoli e fu prima utilizzato come salsa cotta e poi utilizzata come condimento per la pizza. Dopo le iniziali diffidenze, il pomodoro fece il suo ingresso trionfale nella cucina italiana e in particolare quella napoletana.
La vera pizza napoletana è nata intorno al 1730 nella versione Marinara. Infatti a Napoli iniziano a diffondersi le botteghe specializzate nella preparazione di tale piatto diventando così una pietanza consumata da tutte le classi sociali. Nel 1800 conosciamo la pizza nella versione Margherita che ha preso il nome nel 1889 in occasione di una visita dei sovrani di allora. Infatti, si racconta che il miglior pizzaiolo dell’epoca: Raffaele Esposito, realizzò per i sovrani d’Italia: Re Umberto I e la regina Margherita, tre pizze:
* pizza alla mastunicola (strutto, formaggio, basilico)
* pizza alla marinara (pomodoro, aglio, olio, origano)
* pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, olio, mozzarella, basilico)
La sovrana apprezzò così tanto quest’ultima da voler elogiare l’artefice dando il suo nome alla creazione culinaria e da allora ecco la nascita della “Pizza Margherita”.
Fino al 1900 la pizza e le pizzerie rimangono un fenomeno prettamente
napoletano, poi dopo la seconda guerra mondiale e sull’onda dell’emigrazione che la pizza esce dai confini del meridione per sbarcare al Nord e all’estero, diventando così un fenomeno mondiale. Ora come ora è amata da tutti, grandi e piccini, dall'Europa all'America al Giappone ed è possibile gustarla anche nei migliori ristoranti.
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